Axitea e il rinnovamento continuo della security
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30 Maggio 2024Pur mantenendo una predominante componente legata alla sorveglianza, la società sta puntando ai servizi di sicurezza gestiti per ampliare il proprio business. Emblematico in tal senso l’accordo siglato con Ultranet.
La trasformazione di Axitea è ancora un cantiere aperto, ma sta iniziando a produrre risultati. Nata e cresciuta nei servizi di vigilanza, l’azienda ha sviluppato negli ultimi anni una componente cybersecurity, che ha portato alla definizione di un’offerta indirizzata ai servizi gestiti, con tanto di creazione di un Soc dove oggi operano circa trenta specialisti: “Soprattutto con la diffusione sempre maggiore di dispositivi elettronici connessi in rete e integrati ai sistemi di produzione delle aziende, i confini tra sicurezza fisica e digitale sono andati sempre più sfumando”, spiega Marco Bavazzano, Ceo di Axitea. “Nell’ultimo anno, abbiamo lavorato a un rinnovamento della nostra organizzazione in ottica di business proposition, per fornire soluzioni integrate specifiche per industrie e aree di attività. Dalla vigilanza privata all’integrazione di sistemi allarme e di controllo satellitare, oggi integriamo le ultime tecnologie, come sistemi IoT e intelligenza artificiale”.
Il percorso è ancora lungo. La società, infatti, ricava ancora buona parte del proprio giro d’affari (oltre 78 milioni di euro nel 2021) dalla sicurezza fisica. Basti pensare che i clienti totali dichiarati ammontano a 22mila, mentre l’area cyber ne conta solo cinquecento. Tuttavia, è la tecnologia a permeare le evoluzioni di una realtà che oggi conta su sette aree di business, legate non solo alla protezione di edifici, automezzi e personale, ma anche dei sistemi informatici, delle infrastrutture e degli impianti di produzione, con l’ausilio di strumenti come i droni e l’Ai integrata nel controllo video, ad esempio per minimizzare i falsi positivi in caso di allarme.
Un esempio emblematico dell’evoluzione di Axitea è rappresentato dall’accordo siglato con Ultranet, operatore di rete con dorsale propria (acquisita tramite il gruppo Hgm da Linkem). L’azienda sta lavorando sulla conversione delle proprie connessioni da rame a fibra ottica, su un’infrastruttura estesa per circa 12mila chilometri con 700 PoP, per potenziare la propria offerta end-to-end proposta ai principali operatori di telecomunicazioni nazionali. Allo scopo di tenere sempre sotto controllo soprattutto i punti d’accesso all’infrastruttura, sono stati posizionati sensori IoT sui chiusini, in modo tale da prevenire eventuali manomissioni e favorire un monitoraggio continuo anche degli interventi di posa e manutenzione: “Axitea ha sviluppato il progetto sulla base delle nostre esigenze”, racconta Giulia Sangiovanni, Coo di Ultranet. “Per ora ne abbiamo installati una ventina, ma l’obiettivo è arrivare ad averne uno ogni chilometro”.
I sensori sono dotati di batteria indipendente, sono provvisti di Gps e accelerometri e si attivano soprattutto in caso di movimentazioni anomale dopo un numero stabilito di secondi, sfruttando canali di comunicazione che vanno dal 2G al Narrowband IoT, al fine di comunicare con il sistema centrale. I dati raccolti, inclusi la georeferenziazione del pozzetto e gli allarmi sullo stato di apertura, vengono archiviati in una piattaforma ideata da Axitea, che permette di visualizzare la reportistica ed è integrata via Api con i database di geolocalizzazione di Ultranet.
Esempi come quello appena descritto danno il senso delle competenze che Axitea vorrebbe mettere in campo per favorire la progressiva integrazione fra sicurezza fisica e cyber: “Non c’è ancora l’attenzione necessaria su questo fronte da parte delle aziende”, ammette Bavazzano, “ma contiamo di procedere sfruttando il nostro approccio consulenziale personalizzato, per allestire piani studiati sulle caratteristiche innanzitutto delle realtà che conosciamo meglio, grazie al rapporto già instaurato per i servizi di sorveglianza”.
Fonte: ictbusiness.it
La trasformazione di Axitea è ancora un cantiere aperto, ma sta iniziando a produrre risultati. Nata e cresciuta nei servizi di vigilanza, l’azienda ha sviluppato negli ultimi anni una componente cybersecurity, che ha portato alla definizione di un’offerta indirizzata ai servizi gestiti, con tanto di creazione di un Soc dove oggi operano circa trenta specialisti: “Soprattutto con la diffusione sempre maggiore di dispositivi elettronici connessi in rete e integrati ai sistemi di produzione delle aziende, i confini tra sicurezza fisica e digitale sono andati sempre più sfumando”, spiega Marco Bavazzano, Ceo di Axitea. “Nell’ultimo anno, abbiamo lavorato a un rinnovamento della nostra organizzazione in ottica di business proposition, per fornire soluzioni integrate specifiche per industrie e aree di attività. Dalla vigilanza privata all’integrazione di sistemi allarme e di controllo satellitare, oggi integriamo le ultime tecnologie, come sistemi IoT e intelligenza artificiale”.
Il percorso è ancora lungo. La società, infatti, ricava ancora buona parte del proprio giro d’affari (oltre 78 milioni di euro nel 2021) dalla sicurezza fisica. Basti pensare che i clienti totali dichiarati ammontano a 22mila, mentre l’area cyber ne conta solo cinquecento. Tuttavia, è la tecnologia a permeare le evoluzioni di una realtà che oggi conta su sette aree di business, legate non solo alla protezione di edifici, automezzi e personale, ma anche dei sistemi informatici, delle infrastrutture e degli impianti di produzione, con l’ausilio di strumenti come i droni e l’Ai integrata nel controllo video, ad esempio per minimizzare i falsi positivi in caso di allarme.
Un esempio emblematico dell’evoluzione di Axitea è rappresentato dall’accordo siglato con Ultranet, operatore di rete con dorsale propria (acquisita tramite il gruppo Hgm da Linkem). L’azienda sta lavorando sulla conversione delle proprie connessioni da rame a fibra ottica, su un’infrastruttura estesa per circa 12mila chilometri con 700 PoP, per potenziare la propria offerta end-to-end proposta ai principali operatori di telecomunicazioni nazionali. Allo scopo di tenere sempre sotto controllo soprattutto i punti d’accesso all’infrastruttura, sono stati posizionati sensori IoT sui chiusini, in modo tale da prevenire eventuali manomissioni e favorire un monitoraggio continuo anche degli interventi di posa e manutenzione: “Axitea ha sviluppato il progetto sulla base delle nostre esigenze”, racconta Giulia Sangiovanni, Coo di Ultranet. “Per ora ne abbiamo installati una ventina, ma l’obiettivo è arrivare ad averne uno ogni chilometro”.
I sensori sono dotati di batteria indipendente, sono provvisti di Gps e accelerometri e si attivano soprattutto in caso di movimentazioni anomale dopo un numero stabilito di secondi, sfruttando canali di comunicazione che vanno dal 2G al Narrowband IoT, al fine di comunicare con il sistema centrale. I dati raccolti, inclusi la georeferenziazione del pozzetto e gli allarmi sullo stato di apertura, vengono archiviati in una piattaforma ideata da Axitea, che permette di visualizzare la reportistica ed è integrata via Api con i database di geolocalizzazione di Ultranet.
Esempi come quello appena descritto danno il senso delle competenze che Axitea vorrebbe mettere in campo per favorire la progressiva integrazione fra sicurezza fisica e cyber: “Non c’è ancora l’attenzione necessaria su questo fronte da parte delle aziende”, ammette Bavazzano, “ma contiamo di procedere sfruttando il nostro approccio consulenziale personalizzato, per allestire piani studiati sulle caratteristiche innanzitutto delle realtà che conosciamo meglio, grazie al rapporto già instaurato per i servizi di sorveglianza”.
Fonte: ictbusiness.it